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La leggibilità dei font: come funziona, differenze e consigli

La scelta del font da parte di un grafico viene sempre influenzata da molteplici fattori, come lo stile del progetto, il mood, le emozioni da comunicare. In questo ambito merita particolare attenzione la leggibilità del font. L’obiettivo finale è infatti rendere più agevole la lettura, aiutare le persone a fare meno fatica nel proseguire un testo, non farle stancare e valorizzare quindi il contenuto. Vediamo insieme su cosa si basano le differenze di leggibilità tra i font, e alcuni consigli per scegliere i font più adatti: molti saranno sorpresi, perché non c’entrano nulla le grazie.

L’occhio umano e il modello della lettera

Quando l’occhio umano si appresta a leggere, il cervello cerca prima di tutto di riconoscere la forma delle lettere. In questa operazione le differenze tra le lettere, come la diversa altezza o larghezza, aiutano moltissimo a distinguerle. Ecco perché il minuscolo si legge più facilmente del maiuscolo: il minuscolo ha forme più varie (come la p che va in basso, la d in alto, la i con il puntino), mentre nel maiuscolo le altezze sono tutte uguali (P, D, A) e ci sono meno segni distintivi.

Leggibilità dei font - Modello della lettera
Il modello della lettera A è riconoscibile anche se il segno è leggermente diverso.

Un altro passo inconscio è ricondurre un segno appena letto ad un modello già conosciuto: il cervello conosce le lettere tramite i loro modelli di base, cioè più elementi che appartengono a quella lettera (e spesso a nessun’altra). Il modello della A, ad esempio, è composto da due aste – una per lato – che si ricongiungono in alto, e da un’asta trasversale centrale che unisce le prime due. Grazie a questo sistema siamo capaci di riconoscere una lettera anche se ne vediamo solo la prima metà. Per avere un’alta leggibilità, insomma, dobbiamo farci guidare sempre dall’idea del modello di base.

Come scegliere un font più leggibile

Leggibilità dei font - Alta e bassa leggibilità e aderenza al modello

Diversi font per la lettera A, dal più aderente al modello al meno aderente, e quindi dal più leggibile al meno leggibile.

Si potrebbe pensare che la differenza di leggibilità dei font sia data dalla presenza o assenza delle grazie, ma come abbiamo visto, non è così. Il cervello è capace di decodificare più velocemente una lettera se il suo segno è più vicino al modello conosciuto. In conclusione, più un font ricalca il modello base delle lettere, più sarà leggibile. Invece, se il font si discosta troppo dal modello a causa di eccessive decorazioni o modifiche, si avrà un testo meno leggibile, più faticoso per la persona.

Inoltre, il design di un testo ne influenza il significato; un font troppo decorativo e poco leggibile rischia di influire negativamente sulla ricezione del contenuto. Per fare un esempio, un articolo semplice potrebbe essere percepito come complesso: le decorazioni interferiscono col riconoscimento del modello, e il cervello impiega più tempo a capire le lettere (e quindi anche l’argomento). Ecco perché dobbiamo sempre preferire un font aderente al modello base, rispettando i principi della gerarchia del testo.

Un piccolo trucco per scegliere un font leggibile è quello della grandezza della lettera X. La sua larghezza, infatti, rappresenta la larghezza massima delle lettere di tutto il font. Cerchiamo di preferire un font con una X abbastanza larga: le lettere più larghe si riconoscono più facilmente e velocemente, grazie alla loro dimensione abbondante. Naturalmente non dovremo eccedere, altrimenti otterremo l’effetto opposto.

Differenze di leggibilità dei font tra schermo e carta

Abbiamo compreso che la discriminante della leggibilità non è la presenza di grazie, ma l’aderenza al modello; si può scegliere un font con alta leggibilità con o senza grazie. Potete però fare riferimento ad un vecchio consiglio generico (non è un obbligo): si può preferire un font con grazie per l’utilizzo sulla carta, soprattutto per libri e giornali, perché le grazie accompagnano un po’ l’occhio alla lettera successiva.

A questo proposito, ricordiamo che esistono differenze di leggibilità tra schermo e carta, seppur lievi (anche il discorso del testo giustificato sul web lo dimostra). L’occhio si stanca prima sullo schermo perché esso emette luce, rispetto alla carta che la riflette soltanto. L’uomo resiste un po’ di più a leggere sulla carta. Ci si può quindi permettere l’uso di un font un po’ più decorato e meno leggibile, appunto anche con grazie, ma sempre in maniera moderata.

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