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  • Categoria dell'articolo:Copywriting / Grafica

La gerarchia del testo: livelli ed elementi tipografici

Le informazioni di un testo non hanno tutte la stessa importanza. Se comunichiamo al lettore che esse sono tutte uguali, ne appiattiremo il senso. C’è bisogno di distinguere gli elementi, guidare l’occhio di chi legge, aiutarlo ad orientarsi. Insomma, serve organizzare una gerarchia del testo: oltre a renderne piacevole l’aspetto, saprà fare da “guida” per la sua lettura. Vediamo come crearla e gestirla in questo articolo utile sia ai Grafici che ai Copywriter!

I livelli di gerarchia del testo

L’obiettivo è ordinare bene i concetti e migliorarne così la fruizione, e per farlo bisogna stabilire delle distinzioni tra le diverse parti del testo. Queste distinzioni, nell’ambito della gerarchia del testo, sono i cosiddetti livelli: utili in caso di rivista, pagina web ed articolo online per il Web Copywriter, ma anche di volantino o manifesto. Si individuano almeno 3 livelli per ordinare il testo, ognuno dei quali corrispondenti ad una sezione differente per risalto, rilevanza ed impatto sul lettore.

  1. Livello primario: riservato ai titoli. Ovviamente è la parte di testo che si nota più facilmente nella pagina, deve avere la dimensione più grande e solitamente ha anche colori più brillanti rispetto agli altri livelli.
  2. Livello secondario: quello di sottotitoli, citazioni ed altri blocchi di testo separati dal contenuto principale. Si nota meno del titolo, ma più del contenuto. Possiede caratteristiche abbastanza discrete, ma i suoi elementi si distinguono per dimensione e colore rispetto al corpo.
  3. Livello terziario: il contenuto principale, il corpo della pagina. Il suo testo deve essere semplice, scorrevole, leggero e non vistoso. L’obiettivo degli altri livelli è attirare l’attenzione, mentre lo scopo di questo livello è incoraggiare il lettore a immergersi nel testo. Devono esserci poche distrazioni, solo gli elementi adatti a favorire la scorrevolezza.
  4. Altri livelli (facoltativi): è possibile creare livelli inferiori per disporre le informazioni aggiuntive al testo (ad esempio piccole didascalie o note a margine). Si realizzano tramite un utilizzo parsimonioso degli elementi tipografici che verranno descritti qui di seguito (corsivi, colori, ecc.), oppure con una dimensione ancora più piccola di quella del terzo livello.
La gerarchia del testo - Esempio di testo nei 4 livelli di gerarchia
Questo esempio chiarisce l’importanza della gerarchia del testo: ognuno dei 4 livelli concede una diversa enfasi al proprio testo, generando effetti diversi.

La gerarchia del testo con gli elementi tipografici

Per formare in via pratica i livelli, e distinguere così le parti di testo, si manipolano e si sfruttano i vari elementi tipografici. La loro gestione è affidata al grafico, ma esistono delle regole fisse o comunque estremamente consigliate: basti pensare al titolo, che deve essere sempre più grande del corpo, o ai link, di un colore solitamente diverso dal testo non cliccabile.

Il loro uso corretto si basa soprattutto sull’importanza di ogni livello, ed è per questo che abbiamo prima illustrato i diversi livelli di testo. La combinazione di livelli ed elementi tipografici corretti permetterà di guidare e facilitare la lettura, e addirittura di valorizzare il testo. Vediamo quindi, di seguito, cosa possiamo sfruttare per stabilire la gerarchia.

Gli elementi tipografici

  • Dimensione. L’elemento che più salta all’occhio ed il primo da considerare, a seconda dell’importanza del livello.
  • Maiuscolo. Attira molto l’attenzione, ma va utilizzato con parsimonia perché le lettere appaiono sproporzionatamente larghe e saltano in primo piano. Inoltre, secondo il “galateo” del web, il carattere maiuscolo equivale ad urlare.
  • Colore. I colori caldi come rosso, arancione e giallo tendono ad attirare di più l’attenzione rispetto a quelli freddi come blu e viola. L’effetto viene enfatizzato se i caratteri dai colori caldi vengono usati su uno sfondo dai colori freddo.
  • Peso. Si gestisce attraverso grassetti e corsivi del carattere, e concede enfasi diverse alle parole. Il grassetto fa spiccare una parola in particolare, mentre il corsivo attira l’attenzione in modo meno drammatico e più specifico (definizioni precise, parole straniere o degne di particolare attenzione).
  • Contrasto. Il contrasto stabilito dal grafico tra dimensione, peso e colore dei diversi livelli gestisce l’attenzione del lettore. Contrastare il carattere del titolo con quello del corpo, ad esempio, aiuta a creare la gerarchia.
  • Spazio bianco. Questo elemento tipografico riesce a svolgere moltissime diverse funzioni, come quella di interlinea (per migliorare la leggibilità), di rientro (per iniziare paragrafi o creare elenchi ordinati), o di crenatura (per distinguere meglio le lettere). Si tratta di un argomento molto ampio, perciò gli abbiamo dedicato questo articolo specifico e completo.
  • Orientamento. Ruotare le parole di lato, o addirittura in diagonale o sottosopra, crea un effetto di sorpresa nel lettore. Si può così dare enfasi ad una parola – o una breve frase – contenuta nel testo primario, portandola fuori ed orientandola in modo particolare. Anche questa operazione va fatta con attenzione per non confondere il tutto.
  • Texture. Si tratta dell’aspetto assunto dall’intero testo, della sua forma a prescindere dal contenuto. Ogni blocco crea un proprio modello (pattern) e il complesso genera la texture. L’aspetto deve risultare generalmente gradevole e non fastidioso: si può anche “romperlo” cambiandone alcuni elementi, ma sempre con parsimonia, per non distrarre dalla lettura.
La gerarchia del testo - Gli elementi tipografici per realizzare i 4 livelli di gerarchia
Ecco alcuni degli elementi tipografici che abbiamo usato in ogni livello per creare la gerarchia del testo dell’esempio precedente!

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